Il nord del Portogallo non mi sembró fedele all’immagine che di questo paese avevo maturato negli anni: il sole non batteva ininterrottamente sui muri bianchi di casette arroccate, non penetrava nei vicoli stretti arrampicati su coste di colline e il fado non usciva da ogni singola finestra. Anche io ero rimasta vittima degli steriotipi, gli stessi che spingevano i giapponesi a Venezia per ascoltare i gondolieri cantare in dialetto sotto ogni ponte, o quelli che portano tutto il mondo ad immaginarci il giorno intero a cuocere pizza e fare pasta in casa.
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L’acqua era, ao mesmo tempo, l’orizzonte, il confine e la spinta verso l’infinito.
L’oceano Atlantico ispira tutta un’altra gamma di emozioni. La prima volta ti atterrisce, è enorme, infinito, vicinissimo eppure irrangiungibile. In piedi sulle rocce nere di Praia Norte riuscivo solo ad avere paura. E l’ Atlantico, come l’Adriatico, mi parlava: -Resta lá, la terra é la sicurezza, é la vita che prosegue. Qui tutto é incerto,adesso c’é il sole ma fra un minuto puó alzarsi un vento fortissimo e trascinarti via. Le mie onde sono le piú alte del mondo e non sono abituate a coccolare, ma solo ad infrangere. |