PROGETTO “Cultural Seeds for Inclusion and Solidarity”, ERASMUS+ Ilaria Distinto, 25 anni Portogallo
18.10.2017 È passato circa un mese e mezzo da quando sono arrivata qui in Portogallo, quindi credo sia arrivato il momento di iniziare a riflettere sulla nuova realtà che sto vivendo. Se dovessi scegliere una parola per descrivere questo primo periodo, direi probabilmente “rivoluzione”. La mia vita ha subito un enorme cambiamento, in ogni ambito, e se ripenso alla mia quotidianità passata mi sembra solo un vago e sbiadito ricordo appartenente a molti anni fa. SVE significa fare un’esperienza a tutto tondo, significa iniziare un nuovo capitolo della propria storia personale ma anche lasciarsi dietro un po’ di chi si era per scoprire e dar forma a una nuova concezione di sé. È un’esperienza che ti mette alla prova su tutti i fronti, una tempesta di nuovi stimoli che ti impegnano sia sul fronte cognitivo che su quello emotivo. Cambi paese, cambi lingua, cambi cultura, cambi famiglia, cambi conoscenze, cambi il modo in cui impegni il tuo tempo. Nel mio caso, il Portogallo mi ha conquistata immediatamente: i luoghi da visitare e da vivere sono tanti e tutti meravigliosi, con un cielo azzurro e il sole sempre splendente a indicarti il cammino; vengo dalla Sardegna e posso dire di essermi sentita a casa. La lingua in un primo momento mi aveva lasciato basita, la sentivo molto dura e incredibilmente diversa da come me la aspettavo: ora invece non vedo l’ora di impararla e amo sentir parlare la gente del luogo.La tradizione culinaria è ricca e tutta da scoprire e, nonostante da brava italiana rimpianga spesso la pizza, posso dire che sto scoprendo pietanze davvero saporite. Cosa dire delle persone: ne sto incontrando di tutte le culture. Lisbona è in particolare la città perfetta per l’interculturalità, per confrontarsi con ragazzi e ragazze provenienti dai posti più disparati. È bello, è divertente, è… entusiasmante! Probabilmente parlo con l’eccitamento tipico del primo mese, quando si vede ancora tutto rosa e fiori, ma non importa. Sto davvero godendo di tutto quello che posso e spero di mantenere questa attitudine mentale per tutta la durata dello SVE. Vivo con altre quattro ragazze: Elena, che è partita con me in questo viaggio; Lesia, dall’Ucraina; Kasia, dalla Polonia e Roula, dalla Grecia. Abbiamo salutato da poco Sefora, un’altra volontaria da Malta che ha finito il suo anno qui. È stato un momento triste, che mi ha fatto realizzare che ho un tempo limitato da passare in questo paese e devo sfruttarlo al meglio. Queste ragazze ora sono la mia famiglia: facciamo tante cose insieme, ma il semplice godere di una cena tutte allo stesso tavolo è la quintessenza di una convivenza che è già di per sé una bellissima esperienza. Viviamo in Quinta Do Conde, un paese a mezz’ora di macchina da Lisbona, quindi per i weekend andiamo un po’ all’avventura, conoscendo sempre persone nuove e venendo ospitate da volontari che abitano nella capitale. Mi sento più giovane ora a 25 anni che quando ne avevo 20! E infine, il motivo principale per cui sono qui, il volontariato. Lavoro sia con gli anziani nel Centro Diurno sia con i bambini (1-10 anni) nel Centro Infantile. Lavorare con gli anziani è stata per me una novità assoluta: mi si è aperto un mondo. Ho potuto osservarli e vedere una realtà completamente diversa da quella a cui un giovane è abituato a pensare. Cogli per la prima volta quali siano le condizioni di un anziano, che perde gradualmente le sue capacità fisiche e cognitive e ne è, molto spesso, cosciente. Solitamente faccio attività ricreative con loro, che possono essere i classici giochi come Domino o Bingo, sia dei giochi di concentrazione che allenino le loro facoltà mentali. Amano inoltre colorare, dipingere, cucire e usare l’uncinetto, fare delle brevi camminate e ascoltare musica dei loro tempi. È stato difficile abituarsi a questa realtà che va “a rallentatore”, ma sto imparando ad apprezzarla, in particolare dopo le giornate passate tra le urla e le risate dei bambini. Loro sono l’esatto opposto: tanta energia, tanto rumore, tanto “tutto”. È un’esperienza piena e molto più frenetica, che racconta di piccoli individui che stanno facendo le loro prime e importanti esperienze del mondo, che hanno voglia di scoprire e di vivere. È interessante lavorare con due tipologie tanto diverse, proprio perché più il tempo passa più vedo in loro anche tante somiglianze. Su tutte è sicuramente la bellezza della semplicità che ho trovato in entrambi, quella che ti fa fare un passo indietro sulle grandi pretese che noi ragazzi e adulti abbiamo su tutto e che ti fa apprezzare le fortune che già hai. Sono contenta di poter fare un percorso di volontariato e crescita personale con tutti loro, sicura che hanno tanto da insegnarmi e che, con tanto impegno e positività, sono certa potrò col tempo ricambiare.